Il Pungitopo a Natale: pianta decorativa e portafortuna!

Durante il periodo natalizio è tradizione comprare o regalare delle piante tipiche della festività, sia per motivi ornamentali, sia per il buon auspicio che tali piante portano in casa. Il vischio, l’agrifoglio, il pungitopo, la stella di natale sono quelle più classiche e conosciute.  Fra tutte, quella che più delle altre è considerata un vero portafortuna, spicca il “pungitopo”, per l’appunto conosciuto anche come “pungitopo natalizio”.

Con le sue foglie verdi e le intense bacche scarlatte, questo basso arbusto rappresenta un’autentica decorazione natalizia a cielo aperto. Viene spesso confuso con l’agrifoglio (leggi quì), altra pianta molto in voga nel periodo natalizio. Sebbene le due abbiano grandi somigliane, per via dei colori, ci sono in realtà delle differenze molto evidenti.

Il pungitopo

pungitopo natale

Esemplare di agrifoglio in natura

Il pungitopo è una pianta, molto presente nel sottobosco mediterraneo, che in età adulta assume un aspetto cespuglioso, e che raggiunge al massimo gli 80 cm di altezza. Le sue foglie sono di colore verde scuro ma intenso (che noi definiremmo “verde natalizio”). Sono molto rigide, taglienti, di forma ovale ed acuminate: la punta della foglia è molto pungente. Per tale motivo veniva anticamente utilizzato (già in epoca romana), per tenere lontani i topi ed altri animali dalle conserve di cibo. È già pungente da vivo, pensate i suoi rami essiccati!
Ma il pungitopo è da tempi remoti utilizzato anche come talismano porta fortuna, gioia e prosperità. Questa pianta è la regina del buon auspicio in casa. Sarà per questo che con il cristianesimo è rientrato a far parte degli ornamenti natalizi.

Durante la primavera la pianta emette dei fiorellini dal colore bianco-verdastro, lievemente profumati. Ma sono le tipiche bacche rosso fuoco e lucide a donare alla pianta un aspetto magico e festoso.

Il “successo” natalizio del pungitopo è dovuto anche al fatto che è molto facile da coltivare: adattabile a qualsiasi tipo di terreno, resistente al freddo e poco esigente, sa trasmettere ai giardini un colore vivace e allegro. Di conseguenza viene largamente utilizzato per le decorazioni natalizie. Da tenere però alla larga dagli animali domestici, in quanto le foglie appuntite potrebbero procurare qualche guaio.

pungitopo nataleÈ molto facile che, avventurandosi in un bosco e trovandosi di fronte a questa pianta, venga voglia di raccoglierla per realizzare le più classiche decorazioni natalizie, o semplicemente per tenerla in casa come porta fortuna. Ma fate attenzione: informatevi prima sulle leggi del posto in cui vi trovate, poiché ci sono modi e regole da rispettare per la sua raccolta, e in alcuni territori può essere addirittura vietata!

Il pungitopo è anche noto per le sue proprietà culinarie e filo terapeutiche. Durante la primavera i suoi germogli possono essere utilizzati in cucina (da marzo a maggio): vengono cucinati bolliti, al pari degli asparagi. Inoltre anticamente il suo estratto veniva utilizzato come surrogato del caffè.
È famoso per le sue proprietà antiinfiammatorie, antireumatiche e diuretiche: per queste sue funzioni fa parte delle cosiddette “5 radici”, insieme al sedano, prezzemolo, finocchio e asparago. È anche utilizzato per la sua capacità di curare le vene e rinforzare i capillari.

Miti e legende sul pungitopo

Le foglie del pungitopo, come detto sono rigide e pungenti. Per questo motivo, dai tempi remoti sono metaforicamente accostate alle foglie di spine utilizzate nella corona applicata sul capo di Gesù Cristo. Allo stesso modo le rosse bacche sono accostate al sangue fuoriuscito a causa di questa spinosa corona.

 La leggenda dell’uccellino e del pungitopo

pungitopo nataleAll’inizio di un rigidissimo inverno di tanti, tanti anni fa, come ogni anno gli uccellini del bosco abbandonarono i propri nidi alla ricerca di un giaciglio più caldo per i mesi a venire. Non un piccolo uccellino coraggioso però, il quale decise di attendere fino alla nascita di Gesù bambino, per chiedergli di non far più cadere le foglie del pungitopo, per non essere costretto ad abbandonare la propria casa. Egli infatti aveva costruito il suo nido proprio sul pungitopo, che come ogni inverno avrebbe perduto tutto il fogliame.

Stremato e infreddolito dalla neve caduta copiosamente, resistette fino alla notte del Natale, quando si presentò alla volta del bambin Gesù, ed ebbe la sua occasione di richiedere il miracolo. A quel punto, Gesù bambino sorrise e, impietosito dall’uccellino, decise di avverare il suo desidero. E per distinguere il pungitopo dagli altri arbusti, decise di poggiare delle bacche rosse e lucide sulla pianta, in ricordo del prodigio e come simbolo del Natale.

Così l’uccellino poté far ritorno nel suo nido, e da quel giorno in poi il pungitopo divenne una pianta sempre verde, con le foglie mai più cadenti.

 La leggenda delle lepri, del lupo e del topolino

pungitopo nataleTanti anni fa esisteva una pianta nel bosco da cui tutti si tenevano alla larga, per via delle sue foglie spinose assai pungenti e pericolose, e che per questo viveva isolata dal resto degli abitanti del bosco.

Un giorno, presso un cespuglio poco lontano da questa pianta, vi erano nascoste tre piccole lepri impaurite da un lupo affamato intenzionato a mangiarle in un sol boccone non appena le avesse acciuffate.

Vista la scena, l’arbusto impietosito dalle lepri in pericolo, punse un topolino che si trovava a passare proprio di fianco ad esso, al fine di attirare la sua attenzione senza fare troppo rumore. Così, bisbigliò al topo di andare dalle lepri per invitarle a nascondersi a ridosso delle sue foglie pungenti, per proteggersi dal lupo cattivo e affamato.

Così, senza pensarci due volte, le piccole lepri accettarono il consiglio, trovando rifugio sicuro dentro una sorta di gabbia creata appositamente dal generoso e protettivo arbusto. Infatti il lupo, nel tentativo sfrenato di sfamarsi, cercò più volte di superare l’ostacolo, ma non vi riuscì per via delle foglie appuntite che lo pungevano dolorosamente, fino a farlo desistere ed indurlo a cercare cibo da un’altra parte.

Da quello stesso giorno, la pianta fece nascere tra i suoi rami delle splendide bacche rosse e lucide, al fine di rallegrare con la sua presenza gli abitanti del bosco che fino ad allora se ne erano tenuti a distanza, e le fu dato il nome di “pungitopo”.

 
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